SENSUALITA' AFRICANE

di Laura Liberti (Pubblicato su "UT" Bimestrale d'Arte e Fatti Culturali, n.2/2008 - LA SENSUALITA'. Ediland Editrice, 2008.)


Mettere piede nell’Africa vera, vuol dire entrare in una dimensione nuova.

Un altro tempo, un altro significato. Parole mai ascoltate mostrano la forza dello spirito e l’irrazionalità dell’uomo. Noi abbiamo soffocato i nostri demoni con la razionalità e l’efficienza, in Africa si da forma alla paura ed alle emozioni, per fare pace con esse. Non c’è bisogno della psicoanalisi per recuperare l’anima. Diversi registri di percezione ci sconvolgono. Maschere, riti e stregoni ci affascinano, soprattutto quando ne scopriamo il senso così vicino all’uomo. Ci sentiamo inadeguati con il nostro fragile aspetto di fronte alla pelle scura e lucente, agli abiti sfavillanti di colori e forme. L’odore forte del burro di karitè, che le donne africane raccolgono in natura, e noi occidentali non sappiamo nemmeno di usare quotidianamente, sulle nostre pelli sottili. La fisicità perde importanza dopo pochi giorni, solo se riusciamo a vivere intensamente quello che la gente ci mostra.

L’africano resta all’ascolto del mondo che lo circonda e con cui vive in simbiosi. Il tempo è presente e bisogna viverlo in armonia, con gli altri, la natura e gli animali. Non c’è evoluzionismo, ne efficienza, ma accordi, armonie che caratterizzano ogni pratica sociale. Ogni cosa ha un rapporto diverso con la vita e la comunità. Difficilmente un africano vi chiederà cosa fate, cercherà di sapere ciò che siete nella vita, camminare per migliaia di chilometri ha un senso. La creatività attuale dell’Africa è impressionane, antenati ed inventiva ci circondano tra le grandi città, l’Arte ha un grande valore sociale.

La sensualità africana più profonda risiede proprio nel potere di rigenerazione, che proviene dalla visione “altra” che ci mostra. Il bianco dei sorrisi, le parole mai affrettate. I colori di un altro arcobaleno assumono toni intensi, i vestiti delle donne, i loro copri capi, gli ornamenti sfacciatamente belli.

C’è una cosa che più di tutte le altre, racchiude in se questa viscerale sensualità africana: il portamento delle sue donne. L’africana cammina sempre con la testa alta, lo sguardo è negli occhi, la fierezza è adesso. Le ringrazio per i loro insegnamenti. Non c’è sensualità senza coraggio!

Questo mio sogno sulla sensualità dell’Africa, può solo terminare con la poesia dell’eritrea Elisa Kidanè.

Avanzi

maestosa,

più che regina,

e nei tuoi occhi

riflessa sta

una forza

a te solo conosciuta.

E vai,

macinando miglia

ingoiando polvere

caricando pesi

coltivando sogni.

E vai

con passo fermo,

segnando tappe

per capitoli nuovi

di un libro antico.

E continui

ad andare,

instancabile

venditrice

di speranza.

Non importa

se la pioggia

inzuppa le tue ossa,

se il sole

brucia l’anima tua

se la polvere

impasta il sudore.

Nei tuoi occhi gentili

riflessa sta

una meta

a te solo conosciuta.

E vai

incontro alla notte.

Ad attenderti

le stelle,

impazienti di danzare

al ritmo dolce

del tuo cuore.

Poi

prima che spunti il sole,

riprendi il cammino

anticipando l’alba

generando aurore

inventando futuro.

E l’Africa tutta

vedendoti avanzare

all’orizzonte,

maestosa,

più che regina,

rinnova,

la fede

nel Dio della Vita.

E vai

carica

di sogni e popoli,

riflessi

nei tuoi occhi dolci

di Madre d’Africa

e ostinata custode

dell’umanità.

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