Mettere piede nell’Africa vera, vuol dire entrare in una dimensione nuova.
Un altro tempo, un altro significato. Parole mai ascoltate mostrano la forza dello spirito e l’irrazionalità dell’uomo. Noi abbiamo soffocato i nostri demoni con la razionalità e l’efficienza, in Africa si da forma alla paura ed alle emozioni, per fare pace con esse. Non c’è bisogno della psicoanalisi per recuperare l’anima. Diversi registri di percezione ci sconvolgono. Maschere, riti e stregoni ci affascinano, soprattutto quando ne scopriamo il senso così vicino all’uomo. Ci sentiamo inadeguati con il nostro fragile aspetto di fronte alla pelle scura e lucente, agli abiti sfavillanti di colori e forme. L’odore forte del burro di karitè, che le donne africane raccolgono in natura, e noi occidentali non sappiamo nemmeno di usare quotidianamente, sulle nostre pelli sottili. La fisicità perde importanza dopo pochi giorni, solo se riusciamo a vivere intensamente quello che la gente ci mostra.
L’africano resta all’ascolto del mondo che lo circonda e con cui vive in simbiosi. Il tempo è presente e bisogna viverlo in armonia, con gli altri, la natura e gli animali. Non c’è evoluzionismo, ne efficienza, ma accordi, armonie che caratterizzano ogni pratica sociale. Ogni cosa ha un rapporto diverso con la vita e la comunità. Difficilmente un africano vi chiederà cosa fate, cercherà di sapere ciò che siete nella vita, camminare per migliaia di chilometri ha un senso. La creatività attuale dell’Africa è impressionane, antenati ed inventiva ci circondano tra le grandi città, l’Arte ha un grande valore sociale.
La sensualità africana più profonda risiede proprio nel potere di rigenerazione, che proviene dalla visione “altra” che ci mostra. Il bianco dei sorrisi, le parole mai affrettate. I colori di un altro arcobaleno assumono toni intensi, i vestiti delle donne, i loro copri capi, gli ornamenti sfacciatamente belli.
C’è una cosa che più di tutte le altre, racchiude in se questa viscerale sensualità africana: il portamento delle sue donne. L’africana cammina sempre con la testa alta, lo sguardo è negli occhi, la fierezza è adesso. Le ringrazio per i loro insegnamenti. Non c’è sensualità senza coraggio!
Questo mio sogno sulla sensualità dell’Africa, può solo terminare con la poesia dell’eritrea Elisa Kidanè.
Avanzi
maestosa,
più che regina,
e nei tuoi occhi
riflessa sta
una forza
a te solo conosciuta.
E vai,
macinando miglia
ingoiando polvere
caricando pesi
coltivando sogni.
E vai
con passo fermo,
segnando tappe
per capitoli nuovi
di un libro antico.
E continui
ad andare,
instancabile
venditrice
di speranza.
Non importa
se la pioggia
inzuppa le tue ossa,
se il sole
brucia l’anima tua
se la polvere
impasta il sudore.
Nei tuoi occhi gentili
riflessa sta
una meta
a te solo conosciuta.
E vai
incontro alla notte.
Ad attenderti
le stelle,
impazienti di danzare
al ritmo dolce
del tuo cuore.
Poi
prima che spunti il sole,
riprendi il cammino
anticipando l’alba
generando aurore
inventando futuro.
E l’Africa tutta
vedendoti avanzare
all’orizzonte,
maestosa,
più che regina,
rinnova,
la fede
nel Dio della Vita.
E vai
carica
di sogni e popoli,
riflessi
nei tuoi occhi dolci
di Madre d’Africa
e ostinata custode
dell’umanità.
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